Sono mamma da 2 anni e 4 mesi e l’unica cosa che ho capito davvero bene, fino ad ora, è quanto sia difficile essere sempre un bravo genitore. È come lavorare in un cantiere aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non contano attestati, lauree, master, no. Non ce ne sono proprio.
Quello che vale è il buon senso, quello che senti come giusto o sbagliato dentro di te, l’autorevolezza (non l’autorità!) e una costanza eccezionale nel dare il buon esempio. Difficilissimo. Uno dei compiti più sfidanti della vita di ciascun genitore. Gestire una centrale nucleare, a confronto, è una passeggiata. Almeno quella la puoi spegnere (o almeno credo…le scorie? Mah…non è che posso pensare a tutto io, no?!?), tuo figlio no. Mai.
È per questo che ho deciso di stilare un elenco dei 10 errori (mi sono limitata) che comunemente facciamo, senza renderci conto delle eventuali conseguenze sui nostri figli. Lo tengo come promemoria personale e spero possa far riflettere anche qualche altro genitore alle prime armi come me.
1) Dire sempre di sì
I problemi di molti figli cominciano quando i genitori non sapendo come educarli, si limitano ad accontentarli.
A. Curnetta
Ci sono dei no che aiutano a crescere. Se diamo a nostro figlio tutto ciò che vuole potremmo convincerlo che il mondo abbia l’obbligo di soddisfare i suoi desideri. Negare qualcosa forma il carattere, perché insegna al bimbo a gestire e tollerare la frustrazione che ne deriva.
Eppure il no deve comunque essere usato con parsimonia e solo quando necessario: non ci rendiamo conto che spesso è possibile sostituire alla proibizione la possibilità di scegliere una soluzione alternativa.
Così tutto diventa un modo per parlarsi, scoprirsi, confrontarsi:
“Vuoi uno yogurt alla fragola o alla pera?”
“Un ovino kinder”
Ah, ecco, perfetto. Di cosa stavo parlando?
2) Fare ciò che spetta a lui
Fare i compiti al suo posto (per far meglio e prima…ma poi meglio per chi?), apparecchiare la tavola se non ha voglia di aiutarti, mettere in ordine i suoi giocattoli, dividendo con cura i Super Wings dai Paw Patrol e i personaggi di Robocar Poli…tutto questo significa dargli un esempio sbagliato.
Ci sono compiti per cui il nostro piccolo deve cavarsela da solo, senza il nostro aiuto…non vorremmo mica farlo diventare un fifone che si rifugia sotto la gonna della mamma di fronte ad ogni avversità, vero? Io, per sicurezza, comunque, indosso i calzoni. Non si sa mai.
3) Difenderlo sempre
Se nostro figlio fa qualcosa di scorretto è importante redarguirlo e non prendere le sue parti: altrimenti rischiamo di convincerlo di avere sempre ragione e di essere una vittima quando qualcuno lo ammonisce per un comportamento sbagliato.
E i bambini lo sanno benissimo se possono approfittarsi della “bontà” dei propri genitori. Mi ricordo ancora le parole ed il sorriso beffardo di una bimba, quando facevo la supplente alla scuola dell’infanzia, dopo averla ripresa per essersi comportata davvero male: “Dillo pure alla mia mamma, tanto lei non mi dice niente!”. E aveva ragione lei, ahimè. Facciamo attenzione.
4) Dargli denaro non appena lo chiede
In pratica fare il genitore bancomat.
“Mammaaaa, guardaaaaa! Il castello sforzesco di Barbie con i bagni in vero marmo di carrara e la rubinetteria tempestata di finte gemme preziosissime….lo vogliooooooo”
(la versione maschile ha l’officina con gli utensili giocattolo della Beta, linea Junior, idropulitrice e sega circolare funzionante per il taglio di precisione delle cannucce).
La risposta corretta, in questi casi, è invitare il proprio figlio a risparmiare per poterlo acquistare da solo (o in buona parte). Solo così potrà imparare il reale valore del denaro. La paghetta aiuta gli audaci.
5) Diventare il suo miglior amico
Noi genitori NON siamo i BFF (Best Friend Forever) dei nostri bambini. Mettiamocelo in testa. È importante avere un dialogo, confrontarci e divertirci insieme ma ricordiamoci sempre una cosa: prima di tutto siamo un loro punto di riferimento, la bussola della loro vita. Comportiamoci di conseguenza.
Il nostro compito è quello di fornirgli degli insegnamenti. Non di sciabolare bottigliette di thè nel privè della materna ballando sopra i seggioloni. Che bella immagine.
6) Volerlo veder crescere in fretta
Sono anni che non dormi più una notte intera senza risvegli? Hai il carrello sempre pieno di pannolini? Temi una segnalazione dei vicini agli assistenti sociali ogni volta che devi tagliargli le unghie? Tutto questo, e molto altro, è solo una fase e passerà.
Godiamoci la sua infanzia prima che sia troppo tardi: d’altronde non esiste il tasto “rewind” per la nostra vita. Ora non ci resta che mostrare le occhiaie con fierezza, quasi fossero una medaglia d’oro olimpica.
7) Non ascoltare le critiche negative rivolte a tuo figlio
Appena sentiamo una critica, nei suoi confronti, drizziamo le orecchie e cominciamo a digrignare i denti? No, un cagnolino non ci ha trasmesso la rabbia. È proprio inside our soul.
È fondamentale, però, prestare attenzione alle segnalazioni ricevute da chi sta con nostro figlio (come le maestre o i nonni): la verità può far male, ma spesso è occasione di crescita per entrambi. Giustificarlo sempre è la cosa più sbagliata che possiamo fare come genitori:
“Ha colorato il muro del salotto”
“Si vede che ha il sacro fuoco dell’arte nel sangue!”
“Non sta mai attento e prevarica i compagni”
“È un futuro leader, non ci sono dubbi”
Anche no mamme, anche no.
8) Venerazione del figlio
Ogni scarrafone è bello a mamma sua, è vero. Non c’è niente di più perfetto al mondo del proprio figlio: una piccola creatura da riempire di amore, coccole ed attenzioni. E ci stupiamo che il mondo non abbia ancora compreso tutta la sua magnificenza.
“Mio figlio fa la cacca nel vasino”
“Anche il mio! E come la fa bella! Come quella di un grande!”
“Il mio però mi chiede sempre anche la carta igienica, il giornale da sfogliare e poi vuole che gli faccia il bidet: chi è quello davvero grande, eh?”
Non è una competizione. Non c’è un viaggio alle Maldive in palio e nemmeno la salamella della macelleria del paese. Capito?
Ogni bambino ha i suoi tempi e i paragoni lasciamoli ai maschietti prepuberi dotati di righello. Noi siamo mamme e facciamo le mamme, please (anche se, dentro di noi, nostro figlio sarà sempre il Best in the World of the Universe of the Babies…forever).
9) Essere iperprotettivi
“Stai attento, ti fai male!”
“Non salire sullo scivolo che cadi!”
“Non correre in bici che poi ti sbucci le ginocchia!”
“Non mangiare così che poi ti strozzi e devo praticarti la manovra di Heimlich che ancora non ho finito il corso e poi ti ho sulla coscienza”
Un’eccessiva protezione rischia di farlo diventare un adulto insicuro. Il bambino deve fare le sue esperienze, imparare a conoscere i pericoli e provare a superarli da solo.
D’altro canto, se nostro figlio ha una bassa autostima di sé è perché l’abbiamo sgridato più di quanto non l’abbiamo spronato. Ci vuole un buon equilibrio fra raccomandazioni e incoraggiamenti. È una parola.
10) Essere in disaccordo con l’altro genitore
“Anche se papà ti ha detto che ti avrebbe portato alle giostre, ora ci sono io e ti dico di no. Ci andiamo un’altra volta”.
Una mancanza di coesione genitoriale può creare, nel bambino, disagio, confusione, perdita di un riferimento. È importante che le regole educative vengano decise e portate avanti insieme, da mamma e papà.
“Appena torna papà ti porta alle giostre, come promesso, noi intanto che lo aspettiamo disegniamo il luna park e i giochi dove ti piacerebbe salire. No amore, mamma non sale sul katun. Meglio il brucomela, disegniamo lui, dai”.
Un decalogo facile facile no?
Proprio per niente, lo so bene.
Continuiamo a far pratica allora, giorno dopo giorno, e per fortuna che il nostro Amore può tutto.
Abbiamo cresciuto nostro figlio in pancia per 9 lunghi mesi e poi lo abbiamo pure partorito! Figuriamoci se ora ci manca la forza per dargli del nostro meglio.
Magari ci serve un po’ di sonno, quello sì, ma la tenacia è mamma. Al mio tre salutiamoci ruggendo: GRRRRRRRRRRR….. 🙂
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1 Comment
Il tuo modo di pensare assomiglia al mio…solo le grandi menti hanno gli stessi pensieri! 🙂