Voglio riportarvi un articolo che ho letto sull’ultimo numero di Donna Moderna (8 marzo 2017), che tratta il tema dei bambini e dei cellulari.
Secondo i dati raccolti dal Centro per la salute del bambino di Trieste, già a partire dal secondo anno di vita (l’età della mia paciughina), i bambini di oggi preferiscono smartphone e tablet alla tv. E man mano che i figli crescono, quella di usare il cellulare dei grandi diventa sempre più un’abitudine.
Nel mio caso in particolare è vero ancora il contrario: i Paw Patrol e i Super Wings hanno decisamente la meglio sul mio cellulare. Forse anche perché, io e il suo babbo le abbiamo sempre fatto capire che è un oggetto prezioso e delicato, che usiamo per lavoro.
Se vostro figlio lo utilizza abitualmente, comunque, non abbiate troppi timori perché, come osserva Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche alla Bicocca di Milano: “Fin dall’infanzia il telefonino può sviluppare capacità cognitive come il problem solving e la coordinazione”.
L’importante è mettere dei paletti:
“Mezz’ora al giorno ai primi anni, non più di 2 o 3 ore di fronte a uno schermo, che sia quello del cellulare o della tv, agli 8 anni e mai dopo le 20:30 per non disturbare il sonno” suggerisce Alessandra Farabegoli, digital strategist.
Per non aver paura della Rete bisogna capire come la usano i nostri figli: “La loro vita reale è integrata con quella digitale e hanno un approccio alla tecnologia diverso dal nostro” continua Ferri. “Per questo è importante stimolare un uso educativo e creativo del web. Con lo smartphone di mamma e papà si può organizzare una vacanza insieme, imparare l’inglese sfruttando il karaoke e fare una visita virtuale a un museo”.
“Le app di parental control sono utili ma il filtro più efficace va installato nelle orecchie dei ragazzi, spiegando loro rischi e potenzialità di internet” conclude Farabegoli. “Senza preconcetti. I videogiochi non vanno demonizzati: sono una palestra per capire come si costruisce una storia e come si superano gli ostacoli. I programmi di fotografia sviluppano la creatività. E ci sono app per imparare a leggere, scrivere e contare”.
Le trovo delle ottime indicazioni anche se tutto, alla fine, sta al buon senso di noi genitori: ad esempio capita spesso alla mia piccola di voler vedere un cartone prima di dormire. Vuole proprio esser messa sul seggiolone, meglio se con uno yogurt, e gustarsi una puntata dei suoi beniamini animati prima di crollare.
Sono certa che ogni famiglia trova il proprio equilibrio con il passare del tempo. La cosa difficile, come sempre, è quella di dare l’esempio e adottare buone pratiche con costanza.
Questo è il nostro obbligo nei confronti del bambino: dargli un raggio di luce, e seguire il nostro cammino
Maria Montessori
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