Se state cercando le parole giuste per spiegare ai vostri figli il perché è importante vaccinarsi, “Lo scudo di Ren” è quello che fa per voi.
È una storia illustrata realizzata dalla mia Regione, l’Emilia-Romagna, e che ho letto per la prima volta qualche settimana fa nella sala d’aspetto della pediatra. Mi è rimasta impresso per la chiarezza con la quale racconta ed informa su un tema così dibattuto e delicato.
È una favola scritta per ricordarci quale impatto hanno avuto in passato alcune malattie e sottolineare quanto è importante proteggere non solo noi stessi ma anche le persone che ci sono vicine ed amiamo.
Dopo averla letta ho subito pensato fosse importante dedicarle uno spazio anche qui. Se mi seguite da tempo sapete bene come la penso al riguardo e quanto credo siano importanti. Buona lettura!
“Devo proprio farla, mamma?” dice con un fil di voce,
“Io sto bene… anzi, benissimo!”.
“Lascia che ti racconti una storia, piccola mia…” dice lei sorridendo.
“C’era una volta…”
C’era una volta un villaggio, in un regno incantato. Dentro le mura che lo proteggevano, gli abitanti vivevano in pace e armonia, nutrendosi dei frutti della terra.
Ogni giorno, molti di loro uscivano per andare nei campi o nel bosco, a cercar funghi e bacche. Alcuni raggiungevano i villaggi vicini per scambiare cose utili.
Ognuno portava con sé un robusto scudo, da cui non si separava mai. Si diceva che un tempo in quei territori si aggirasse una feroce Bestia.
Fu così che un giorno, mentre era fuori con gli altri, Ren lasciò a terra il suo scudo.
“Sei impazzita?” disse il più anziano fra loro
“La Bestia potrebbe mangiarti!”
Ren prese a uscire senza lo scudo e la sera, alla taverna, dopo un paio di bicchieri di succo di mela, parlava a bassa voce ai suoi amici.
Alcuni iniziarono a darle ragione.
Un giorno d’estate, mentre Ren era fuori nei campi a lavorare senza lo scudo, dall’ombra del bosco sbucò all’improvviso la Bestia. Non sembrava affatto invecchiata, né particolarmente stanca. Anzi, a dire la verità sembrava proprio affamata.
La Bestia piombò sugli abitanti del villaggio con un balzo. Gli scudi, alzati a difesa, scricchiolarono sotto l’urto, ma ressero. Ad ogni assalto, la Bestia cercava di acchiappare qualcuno, ma trovava sempre gli scudi a sbarrarle la strada.
Ren era terrorizzata: sentiva il ringhio della Bestia e il suo alito caldo, ma per fortuna gli scudi dei suoi compagni la proteggevano.
Gli attacchi della Bestia si fecero sempre più deboli, finché, delusa, si allontanò.
“Smettila di piangere, Ren!” disse l’anziano “è finita, sei salva”.
Da quel giorno Ren portò sempre con sé lo scudo ogni volta che usciva. Quando i più giovani si avventuravano fuori per la prima volta, era proprio lei a insegnar loro come tenerlo in ordine.
“Il vaccino è come lo scudo”, dice la mamma a Renata, concludendo il racconto “ti protegge da un pericolo che non vedi, ma che c’è e potrebbe tornare in qualsiasi momento”.
“Solo se molti sono vaccinati, si possono proteggere i pochi che non possono esserlo…” aggiunge il papà.
Ora è il turno di Renata: l’infermiera chiama il suo nome. Lei sorride.
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